Vai al contenuto

L’ESTREMA TRASGRESSIONE

gennaio 14, 2013

aaron-swartz(omaggio ad Aaron Swartz)
Nella società umana – ci insegnava il professor Ringold – la trasgressione più grande di tutte è pensare – il pen-sie-ro-cri-ti-co, – diceva il professor Ringold, battendo le nocche sul piano della cattedra per scandire ogni sillaba – ecco l’estrema trasgressione.”
Nel romanzo “Ho sposato un comunista” di Philip Roth il professor Ringold è un vecchio insegnante di liceo (ormai novantenne) passato attraverso la caccia alle streghe scatenata negli Stati Uniti d’America tra l’immediato dopoguerra e la metà degli anni ’50, quando migliaia di persone, intellettuali, scrittori, cittadini di ogni ceto sociale e di ogni età furono messi sotto accusa perché sospettati di coltivare idee socialiste. (“È stata una vera e propria ondata di fascismo, la più violenta e dannosa che questo paese abbia mai avuto”, ebbe a dire Eleanor Roosevelt!).
Da allora è passato tanto tempo, chi di noi era un bambino ha svoltato secolo e alle nuove generazioni sembrano a volte estranei i concetti stessi di fascismo e nazismo, figuriamoci il “Maccartismo” come fu definito quel progetto criminale, dal nome del senatore Joseph Mc Carthy che ne divenne il simbolo (al di la – forse – del suo ruolo reale). Oggi è molto più difficile, persino nei più opachi regimi totalitari, fabbricare teoremi a danno di intere categorie di cittadini che reggano alla diffidenza verso il potere sempre più diffusa tra l’opinione pubblica. Ma alcuni aspetti subdoli che del Maccartismo erano solo accessori, sono stati nel frattempo perfezionati e rendono il dissenso sempre più pesante da esercitare. Se vogliamo possiamo anche dire che proprio Il secolo nuovo si è aperto con una riedizione in chiave minore della persecuzione delle idee che (in difetto di una presenza comunista che non sia l’ipercapitalismo cinese) ha dovuto essere derubricata ad “antiamericanismo” o atteggiamento “antipatriottico”, quando di nuovo molti autori e operatori dell’industria cinematografica (e ormai soprattutto televisiva) di Hollywood (ma anche giornalisti famosi come è stato il caso di Peter Arnett) sono finiti nel tritacarne a causa della denuncia della falsità delle accuse fabbricate contro il regime di Saddam per giustificare la Guerra del Golfo (successivamente certificate dal Congresso!). Il che ha comportato per molti di loro la perdita del lavoro (anche se successivamente lautamente risarcita)!
Ma è gia con gli accordi dell’organizzazione mondiale del commercio, (la famigerata WTO) della fine del secolo scorso che si hanno le prime avvisaglie della trasformazione della speculazione finanziaria in una ideologia e – di conseguenza – del rischio crescente per chi vi si oppone (e ne denuncia gli aspetti maggiormente perversi) di essere considerato nemico del progresso, della “crescita” e – soprattutto – di venire denunciato non (ancora) per attività sovversive dell’ordine liberista supremo, ma per i danni da mancato profitto che ne possono derivare per le banche e le imprese che hanno investito o ottenuto commesse nel business messo sotto accusa.
E sono sempre di più le vittime di questi processi che ormai sono diventati cronaca quotidiana a ogni latitudine; ed è di questo inizio d’anno il suicidio di Aaron Swartz – 26 anni – creatore di “Reddit e Creative Commons” che era stato nientemeno che arrestato con l’accusa di aver rubato file del Mit (il prestigioso istituto universitario di Boston), custoditi nell’ archivio “privato Jstor” a cui il giovane era riuscito ad accedere e che voleva rendere d’uso pubblico, coerentemente ai suoi progetti di cittadinanza più famosi e dirompenti come Reddit, Rss1.0, Python e i Creative Commons. “L’attivista informatico aveva infatti dedicato buona parte della sua giovane ma intensa esistenza all’ideale della condivisione di informazioni e dati su internet, Swartz ha lavorato per definire e diffondere standard per questi obbiettivi. C’era lui dietro Demand Progress, la campagna contro Sopa/Pipa, gli “Act” proposti per regolamentare unilateralmente la Rete in USA” scrive “Repubblica” in una corrispondenza sul caso che ha scosso l’opinione pubblica d’oltreoceano. (Pur tramortita dagli effetti sempre più devastanti della crisi provocata dalla bulimia dei finanzieri senza scrupoli che ormai nominano i governi dei paesi dell’alleanza atlantica nonostante vi si continui a celebrare il costoso e inutile rito elettorale).
La morte di Aaron non è semplicemente una tragedia personale“, scrivono i genitori, e la fidanzata. “La sua morte è il prodotto di un sistema giudiziario criminale” , aggiungono, e sono parole pesanti come pietre rivolte al procuratore generale che lo accusava ottusamente di frode informatica e ai dirigenti del MIT, Il tempio del sapere scientifico moderno, autori della denuncia che tentava di far passare una azione di disobbedienza civile per un banale furto di segreti industriali e che stavano schiacciando Aaron sotto il peso di spese legali e di una richiesta danni insostenibili che lo hanno condotto in una spirale depressiva il cui esito è stato il suicidio. Così a oltre mezzo secolo dalla perdita di lavoro con cui vennero colpiti alcuni dei geni della creatività americana, da Charlie Chaplin ad Arthur Miller, sembra tornare alla ribalta lo stesso clima di caccia alle streghe col potere politico e giudiziario usato come un maglio per schiacciare chiunque si batta contro il conformismo che si fa stato.
Borgone Susa, 14 gennaio 2013 – Claudio Giorno

Lascia un commento